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   Storie » Surf » l'irrangiungibile sogno  
 
Pubblicato Mercoledì 16 Settembre 2009 da Ospite
 
 

Surf da onda
MAI il calcio , non il paracadutismo e nemmeno il windsurf. Così negli anni 90' , gli uomini di ora , si accostarono a quelle poche immagini che la televisione fornisse del surf, e su quelle immagini legarono una parte del proprio cuore.


Uno Sport estremo, uno sport mortale ,uno sport Oceanico . uno Sport per gli Americani dicevano, ma qui in Italia c'era chi ci credeva fermamente.

Qualcuno si convinse di potercela fare , altri invece ce l'hanno fatta davvero , altri ancora ci stanno provando , ma sono quasi sicuro che tutti abbiano appreso che il surf sia più che reale anche se praticato sulle onde che bagnano lo stivale.

Verso la fine degli anni 90 , mi recai in Puglia per una vacanza di alcune settimane . In realtà dissi al mio capo che mi sarebbe servito più tempo per scrivere l'articolo che mi era stato commissionato , e lui mosso dalla compassione dal mio recente divorzio , volle offrirmi il tempo di una vacanza per lavorarci su. Non volevo spostarmi più di tanto da Roma , ma pensai che la Puglia  e il suo mare ne valessero la pena in termini di relax e bellezze da visitare.

Caso fortuito volle che sulla strada per il Salento , durante un rallentamento del traffico , intravidi uno scorcio di spiaggetta e di mare ,; decisi dunque di abbandonare la superstrada per andare a vedere il posto. 

Ero giunto ad una caletta come tante , circondata da villette , di quel genere che si occupano solo di estate. Una di queste casette aveva un enorme finestra che dava proprio sulla spiaggia con cartello affittasi in bella mostra. Bastarono due telefonate per disdire l'albergo e per accordarmi col proprietario della villa. in poche ore ero già all'interno dell'abitazione , con la mia fedele macchina da scrivere e qualche foto di Occhilupo ,di Slater ,o Hamilton e qualche altro celebre surfista  ritratto nelle solite celebri imprese.

La costa era pressoché deserta , ed il vento settembrino era il grande assente delle stagione.

Non avendo idee né voglia di iniziare mi dedicai alle gite turistiche risalendo per la collina e raggiungendo il centro città più vicino , o meglio , il centro del paese più vicino. 

Storia e arte collimavano perfettamente in strutture eleganti , antiche e tutte bianche ; feste di paese richiamavano ancora il turismo dalle province vicine ed io mi feci catturare dalla degustazione di vini mentre seduto al tavolino di un enoteca sotto il cielo stellato osservavo nella piazza del paese un gruppetto di ragazzini sfrecciare sui pattini in linea.

Facevano veloci lo slalom tra le lattine di cola che i passanti lasciavano loro in terra divertiti dallo spettacolo .. curioso il fatto che proprio un mese prima , a Malibù alla competizione della Mistral dei ragazzi più o meno loro coetanei attrassero la mia attenzione facendo le stesse cose che stavo rivedendo seduto lì. A mezzo globo di distanza , un mese dopo , degli italiani di 10 o 12 anni intrattenevano il pubblico alla stessa maniera degli americani durante il Campionato di surf, e ragionai su come le mode sportive Americane ci avessero sempre influenzato, così come le mode in generale.

Il giorno seguente , proprio dietro al vetro della villa che dava sul mare , avevo iniziato col scrivere le prime righe dell'articolo . Ma ad esser sincero mi fermai poco più in là.

La sera stessa ero seduto sul muretto che delimitava la spiaggetta avanti la mia finestra. Non ebbi nemmeno il tempo di accorgermene quando caos , rombi di scooterini truccati e un polverone mi circondarono. Uscito dalla coltre cercai di capire cosa stesse succedendo . 4 ragazzini con i loro scooter avevano occupato l'intera spiaggetta con tende e sacchi a pelo.

Per batterli sul tempo e cercare di addormentarmi prima che iniziassero a suonare bonghi o altro , rientrai in casa .

Al mattino presto ero già sveglio nel tentativo di trovar volontà ed impegno , e caffè alla mano mi accostai alla grande finestra.

Il vento soffiava forte e le onde erano molto alte , forse le più alte che avessi visto mai nell'adriatico.

Le correnti e le risacche in quella caletta sembravano davvero forti , le rocce che la delimitavano facevano da sponda di rimbalzo per i flutti più deviati creavano maggiori correnti laterali .e i ragazzi erano in acqua .

Due di loro erano ancora in tenda osservavano gli altri due lottare contro i cavalloni per spingersi più a largo . Nuotarono con difficoltà fino al punto in cui la scogliera termina e le onde ancora più grandi e forti si gonfiavano per entrare devastanti in caletta. Gli schizzi d'acqua portati dal  vento sporcarono la finestra e dunque uscii per vedere meglio.

I ragazzi erano ormai in mare aperto , si guardarono le spalle some un surfista si guarda alle spalle per attendere l'onda ...quando l'onda gli fu quasi dietro , puntarono testa in giù ed andarono in immersione , pensai che stessero scendendo in profondità per non farsi trascinare dall'onda , invece riapparsero sul bagnasciuga non appena quell'onda lì vi si infranse. 

Dunque mi avvicinai loro ancora impigiamato e chiesi come avessero fatto ad uno dei loro compagni che sedeva per metà ancora dentro la tenda.

Il ragazzetto rispose semplicemente che sfruttavano le correnti che passano proprio sotto l'onda , cercando di non farsi catturare dalla centrifuga che l'onda creava .

Stupefacente risposi io che li avevo nuovamente rivisti affiorare dopo 50 metri lineari di nuotata sotto un altra grossa onda.

La domanda poi sorse spontanea : ' perché anche voi non siete in acqua con loro ' ?

il ragazzo non rispose , indicò solo qualcosa all'interno della tenda ...

qualcosa che a me sembrò come due tavole da surf .

Chiesi di poterle vedere . 

Nelle mani mi ritrovai una tavola ( con la rispettiva gemella ) scolpita nel Foam ... sorvolai sulla stranezza dell'avere in tenda due tavole ancora da fabbricare praticamente e chiesi chi avesse schapato i due pezzi.

'io ' rispose il ragazzetto . e mi raccontò che da anni sognavano di poter praticare surf , ma i costi delle tavole e soprattutto anche i costi delle spedizioni delle tavole dall'estero era per loro una spesa insostenibile. Domandai su che principio si fosse basato per schapare così quelle tavole , con punta eccessivamente all'insù e bordi perfettamente arrotondati , piatta da sotto e con la coda a Fish.

Avendole fatte a mano , con 2 strati poliuretano incollati tra loro e carta abrasiva per darne la forma, il ragazzo si ritenne più che soddisfatto delle scelte , nonostante riconoscesse la questione che mancasse una bella colata di resina e lana di vetro per irrobustire la tavola .

I ragazzi non conoscevano nulla riguardante la tecnica e la costruzione delle tavole da surf , eppure si erano avvicinati così tanto alla perfezione.

Ma compresi che la resina epossidica sarebbe costata loro quasi quanto una tavola , quindi ringraziai delle risposte e mi allontanai per restar a vedere.

Quando i due nuotatori ritornarono in spiaggia , forse anche per informarsi su cosa avessi detto loro , imbracciarono i due pezzi di poliuretano a forma di Gun e con coda A fish , li posizionarono su dei legni biforcuti piantati nella sabbia e con nastro marrone da imballaggi iniziarono quella che per me fu l inaspettata  mummificazione delle tavole .

Nei loro occhi si intravedeva il luccichio dell'eccitazione di chi farà surf per la prima volta .

Due di loro indossarono una muta estiva ed entrarono in acqua con tavole sotto il petto e remarono per attraversare le onde più piccole ormai infrante. Al centro della caletta discesero dalle tavole che avevano legato alle caviglie con leash improvvisati di corda  , e si tuffarono per nuotare sul fondale ed uscire dalla zona di rottura delle onde più forti . Riemersero più in là poco dopo . 

Guardarono alle loro spalle , ne fecero passare due (come se attendessero un set ben preciso di onde ) e quando furono sicuri presero a remare con tutta l'inesperienza e la paura della loro prima onda . Uno di loro perse il tempo sulla remata e fu superato , l'altro prese velocità e in maniera traballante accennò un tentativo di salita, ma a mala pena riuscì a mettersi in ginocchio.

Il ragazzo rimasto solo e più lontano , nuotò ancora più a largo , poi ripuntò la spiaggia e riprese la remata con maggior vigore finché una seconda onda lo trasportò violentemente al centro della caletta . in quel punto salì in piedi sulla sua creazione e manovrò la tavola mummificata finché l'onda di risacca non si scontrò con l'onda in rottura che stava cavalcando , fu sbalzato via dalla tavola si tuffò . La tavola andò sotto di punta, impennò e ne uscì rotta .

Stessa sorte attimi dopo accadde anche all'altra .

Lasciarono che i resti delle tavole si infrangessero sugli scogli trasportati dalle onde . Smontarono le tende ed andarono via senza fiatare. 

Io ebbi di che scrivere , mentre per i due giorni di burrasca che seguirono , uno di loro tornò al tramonto ad osservare il mare in quella caletta quasi a voler ricordare la breve sensazione che aveva provato .

Al terzo giorno lasciai fuori dalla mia finestra il miei due bodyboard Morey e le mie  pinnette. 

Arrivò Puntuale come nei giorni precedenti .In sella allo scooter osservò il mare brevemente ed sgommò via , uscii di corsa e gli urlai alle spalle. Venne verso di me ma non si accorse delle tavole.

Parlammo qualche minuto e lui ricordandosi di me espresse apertamente il proprio rammarico per non esser riuscito a memorizzare così tanto a lungo le sensazioni dell'aver surfato una di quelle onde di due metri. 

Il tramonto ci avrebbe dato mezz'ora di luce ancora ed il mare era sempre burrascoso ;

Gli risposi che comprendevo bene il suo stato , ma lui d'affronto mi chiese se avessi mai surfato perché altrimenti non avrei mai potuto capire...con cenno di sfida ed invito gli indicai i bodyboard le pinne , e gli dissi : ' che ne dici di ricordarci insieme cosa si prova ?' .,istanti dopo eravamo in acqua ..ed istanti dopo eravamo felici , ed istanti dopo ancora ci siamo scoperti e sentiti vivi , nel piccolo stretto mar Adriatico.

Il ragazzo mi guardò e disse : 'Nemmeno in un mare stretto come il nostro è impossibile sognare il surf ' .

Gli urlai dal mio bodyboard mentre un'onda mi spinse più lontano da lui : ' ma per surfare qui dovete accontentarvi di molto poco '..

e lui : ' più le possibilità sono poche e piccole e più i sogni sono grandi ! '

lasciammo la spiaggia bodyboard alla mano e spalle al tramonto ...ma non abbandonammo in acqua le sensazione del surf .

 Giuseppe Lobbene

Giuseppe Lobbene


 
 
 

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    Re: Surf » l'irrangiungibile sogno (Voto: 0)
    da ruyblas il 05/11/2009
    (Info Utente | Invia un Messaggio)
    molto bello

    Re: Surf » l'irrangiungibile sogno (Voto: 0)
    da slygoofy il 27/12/2010
    (Info Utente | Invia un Messaggio)
    'più le possibilità sono poche e piccole e più i sogni sono grandi'.................................

    touché !!

    bellissima storia

     
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